PROCEDURA PER OTTENERE LA RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI:
IMPORTANZA
DI RIVOLGERSI AD UN AVVOCATO DI DIRITTO PREVIDENZIALE
Cari lettori, in questo articolo si
vuole sottolineare l’importanza di rivolgersi ad un Avvocato di diritto
previdenziale soprattutto in merito ad una questione molto dibattuta negli
ultimi tempi: la PEREQUAZIONE DELLE PENSIONI.
L’avvocato previdenziale tutela i
diritti dei pensionati anche in tal senso, cercando di
illustrarvi i fatti salienti e gli
elementi di diritto di una materia complessa, quale quella previdenziale,
spiegando come concretamente riottenere la rivalutazione della propria pensione.
ITER LEGISLATIVO
L'art. 69 comma 1, della Legge
23.12.2000 n. 388 disciplina compiutamente la materia della perequazione delle
pensioni. L'articolo in discussione prevede l'applicazione della perequazione
nella misura del 100% per la fascia di importo dei trattamenti pensionistici
fino a 3 volte il trattamento minimo INPS, nella misura del 90% per la fascia
di importo dei trattamenti pensionistici compresa tra 3 e 5 volte il predetto
trattamento e nella misura del 75% per la fascia di importo dei trattamenti
superiore a 5 volte il medesimo trattamento minimo.
Il Governo Monti ha emanato il decreto
legge n. 201/2011, meglio conosciuto come “Legge Salva Italia”, al cui
art. 24 comma 25, ha disposto il blocco della perequazione automatica delle
pensioni per gli anni 2012 e 2013 (a partire dal trattamento minimo lordo pari
ad €.1.405,05=).
La Corte costituzionale è intervenuta
con sentenza n. 70 del 2015 dichiarando incostituzionale l'art 24 comma
25 della Legge n. 201 del 2011, in quanto lo ha ritenuto lesivo dei “diritti
fondamentali connessi al rapporto previdenziale e fondati su inequivocabili
parametri costituzionali quali a titolo esemplificativo: la proporzionalità del
trattamento di quiescenza, inteso quale retribuzione differita (art. 36, primo
comma, Cost.) e l’adeguatezza (art. 38, secondo comma, Cost.)".
La suddetta Corte ha dunque ritenuto
illegittimo il blocco per due anni della rivalutazione delle pensioni.
Il Governo, con l’obbiettivo di
risolvere una tale situazione, è intervenuto nel mese di maggio 2015 per
definire il meccanismo con il quale restituire parte della perdita d’acquisto,
negli anni 2012 e 2013, delle pensioni sopra i 1.405 euro lordi.
Si tratta solamente di un recupero
parziale della perequazione che non restituisce tutto a tutti.
Infatti il decreto Renzi, poi convertito
in Legge, prevede solo la corresponsione, a titolo di perequazione, di una
somma “una tantum” che è stata accreditata di volta in volta, a seconda
dell’importo di pensione percepito e senza che questa somma costituisca parte integrante
del proprio reddito. Senza dubbio, il ripristino integrale del meccanismo di perequazione
delle pensioni avrebbe comportato per il bilancio dello Stato un onere pari a
circa 18 miliardi di euro nel 2015 e oltre 4 miliardi di euro a decorrere dal
2016.
Per tale ragione, è doveroso
rivolgersi ad un Avvocato previdenziale per intraprendere un'azione legale
affinché vengano tutelati i diritti di tutti i pensionati coinvolti dalla
lesione.
Ciò
soprattutto alla luce del fatto che alcuni Avvocati previdenziali hanno
ottenuto già ottimi risultati presso alcuni Tribunali d’Italia e Corti dei
Conti che si sono espressi favorevolmente in merito a tale questione.
A Milano, il
Giudice del Lavoro emesso un’ordinanza sulla base di un ricorso
presentato da un Avvocato previdenziale, accogliendo le argomentazioni relative
alla legittimità costituzionale dei blocchi operati e, in particolare, quella
relativa alle pensioni superiori a 6 volte il minimo Inps.
La decisione ultima spetterà alla Corte
Costituzionale e di fatto, a detta di alcuni Avvocati previdenziali, ci sono
alcuni elementi che fanno ben sperare in un esito positivo della vicenda.
Infatti la Corte con sentenza n. 70/2015, si
era già espressa favorevolmente per l'illegittimità del blocco del biennio
2012-2013 e, ad oggi, l' ordinanza di rimessione del Tribunale di Milano
considera fondata la questione anche per gli anni successivi dal 2013 al 2016.
LA PROCEDURA
Analizzando nel dettaglio la procedura,
l’Avvocato previdenziale spiega che si tratta di
un ricorso individuale che si sviluppa attraverso una procedura di due
fasi, di seguito meglio specificate:
1)
La prima fase -stragiudiziale-
consiste nella raccolta documentazione e nella redazione ed invio di una
diffida all’Inps (interruttiva della prescrizione) per la formale richiesta di
riquantificazione e restituzione della mancata perequazione per gli anni 2012, 2013, 2014, 2015 e 2016.
2)
La seconda fase -giudiziale- consiste nella
redazione e deposito di un ricorso presso il competente Tribunale del lavoro
(se ex dipendente privato) o Corte dei Conti (se ex dipendente pubblico) e
tutta la assistenza giudiziale della procedura di 1 grado (udienze, incombenze
di cancelleria)
E’ necessario che vengano
effettuati, da un consulente del lavoro qualificato, i conteggi relativi alla mancata perequazione, sia per gli anni
2012-2013 sia per i successivi anni 2014-2015-2016, comprensivi degli interessi
legali nel frattempo maturati.
LA DOCUMENTAZIONE NECESSARIA
Per poter avviare la procedura di
cui sopra, è necessario procurarsi i
seguenti documenti utili:
1)
copia carta identità' e codice
fiscale fronte e retro;
2)
certificato di stato di famiglia
(anche autocertificazione);
3)
comunicazioni mensili al
pensionato dell'inps relative ai mesi di:
• novembre
2011 - dicembre 2011
• gennaio
2012 – 2013 - 2014 – 2015 - 2016 - 2017
• agosto
2015 (da recuperare sul sito Inps con pin, o recandosi personalmente all’Inps competente);
4)
CUD dal 2011 al 2016
Se interessati ad avere maggiori informazioni in merito alla procedura sopra descritta, scrivete a: dirittissimo@gmail.com