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giovedì 17 novembre 2016
MULTE E CARTELLE EQUITALIA: COME FARE RICORSO E VINCERLO?
ABBIAMO OTTENUTO IL 90% DEI CASI DI ACCOGLIMENTO DEI RICORSI!!!
PER MAGGIORI INFO SCRIVETE A: infomultericorsi@gmail.com
Clicca qui sotto nostra intervista su Il Giornale
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/cartelle-e-sanzioni-cosa-fare-vincere-ricorso-1332994.html
giovedì 10 novembre 2016
VICINI RUMOROSI? ECCO QUANDO POTER DISDIRE UN CONTRATTO DI LOCAZIONE
Se il nostro vicino di casa è rumoroso, ci sono casi in cui possiamo disdire in anticipo il contratto di locazione, prima cioè della sua scadenza, dandone comunque preavviso al locatore sei mesi prima.
È quanto chiarito più volte dalla giurisprudenza
Per quanto il locatore sia disposto ad effettuare dei lavori di insonorizzazione, la maggior parte delle volte si preferisce cambiare casa e in questi casi cosa succede??
Chi ha ragione? il padrone di casa? oppure noi che non riuscendo più a vivere in quelle condizioni intendiamo disdire anticipatamente quel contratto di locazione?
La soluzione può essere rinvenuta in una recente sentenza del Tribunale di Milano (n. 5465/2016) che richiama una precedente sentenza della Cassazione.
Tale sentenza afferma che il rumore in condominio costituisce sempre una causa di disdetta anticipata del contratto di locazione, a prescindere da quali siano le origini del rumore (impianti condominiali, vicini rumorosi) e nonostante la disponibilità del locatore ad effettuare i lavori di insonorizzazione.
Con una comunicazione scritta ed inviata 6 mesi prima della disdetta, dunque, siamo legittimati a lasciare l'appartamento.
NB. Attenzione perché non tutti i rumori legittimano ad esercitare il diritto di disdetta del contratto di locazione.
Normalmente questi devono superare la normale tollerabilità secondo quanto prescrive anche il codice civile ex art. 844.
Senza dubbio è un criterio di valutazione soggettivo, rimesso alla discrezione del Giudice il quale generalmente si serve di una perizia fonometrica o anche di dichiarazioni testimoniali dei vicini di casa. Dipende anche dove è collocato lo stabile: se in un centro abitato e soggetto al traffico, sarà più elevata la soglia della tollerabilità, diverso è se è collocato in zona di campagna.
Per maggiori info scrivi a: dirittissimo@gmail.com
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mercoledì 19 ottobre 2016
MULTE E
RICORSI: CI PENSA DIRITTISSIMO!
Qualche
giorno fa la Polizia Locale del Comune di Milano ha fornito i dati relativi
alle contravvenzioni elevate nell’ultimo
anno. Ebbene, da inizio di ottobre 2015 alla fine di settembre 2016 sono state
ben 3.635.790 le multe per le violazioni del codice della strada, in notevole
aumento rispetto alle circe 3.380.000 registrate nell’anno precedente.
A
guardare questi numeri da capogiro, verrebbe da pensare che gli automobilisti e
motociclisti milanesi siano totalmente indisciplinati e totalmente riluttanti
al rispetto delle regole sancite dal codice della strada.
Ma quale
è veramente la realtà? Da anni ormai si vocifera che i comuni di tutta Italia
utilizzano le multe per “fare cassa” e sistemare i bilanci della amministrazioni
e pare proprio che Milano non sia da meno.
Viene
pertanto naturale domandarsi se tutti questi verbali che ogni anno vessano i
cittadini, rispondono perfettamente ai dettami del codice della strada (che
contiene non solo norme comportamentali che devono tenere gli utenti della
strada, ma altresì norme che disciplinano il comportamento che devono tenere
coloro che sono deputati al rispetto di tali norme).
A
dimostrazione di quanto sopra scritto, basti notare come negli ultimi anni, i
vigili presenti sulle strade siano praticamente spariti, mentre la città è
stata riempita di telecamere, autovelox, ZTl, semafori “intelligenti” e da
ultimo l’area C, occhi elettronici che “pizzicano” automobilisti e
motociclisti, mentre i vigili sono stati spostati in ufficio a redigere
verbali.
Proprio
partendo da questo presupposto, soffermandosi in particolare su AREA C e ZTL ed
autovelox, basterebbe analizzare il posizionamento della segnaletica per
rendersi conto di come tantissime delle multe elevate dalla Polizia Locale
siano illegittime a causa di un non corretto posizionamento delle indicazioni
stradali.
Il codice
della strada (art 79) prevede espressamente che “per ciascun segnale deve
essere garantito uno spazio di avvistamento tra il conducente ed il segnale
stesso libero da ostacoli per una corretta visibilità. In tale spazio il
conducente deve progressivamente poter percepire la presenza del segnale,
riconoscendolo come segnale stradale, identificarne il significato ed attuare
il comportamento richiesto”. Lo stesso codice della strada prevede misure
minime per le strade urbane, indicate in 50 metri per i segnali di pericolo ed
80 metri per i segnali di prescrizione.
Ma basta
girare un po’ per la città per rendersi conto che tali prescrizioni non sono
assolutamente rispettate, il tutta a danno dei cittadini.
Solo per
citare alcuni esempi, nella ZTL di Corso di Porta Ticinese, il segnale stradale
che indica la presenza della ZTL e dei soggetti autorizzati al transito non è
posto sulla via principale, ma girato l’angolo e pertanto non correttamente
visibile. Sono stati numerosi i ricorsi vinti per tale motivazione.
Altro
caso riguarda la ZTL di Via Pasquale Paoli (zona navigli) dove l’unico cartello
presente, indicante la presenza di una ZTL è posto in prossimità dell’ingresso
della suddetta via; il problema è che, una volta imboccata la via Paoli, non è
più possibile tornare indietro e non resta che passare sotto l’occhio
elettronico e vedersi recapitata a casa, a distanza di tre mesi, una
contravvenzione di € 91, con forte rischio di commettere più volte la medesima
infrazione.
C’è stato
un caso di una signora, che nel mese di agosto del 2015 ha “collezionato” ben
38 multe per essere entrata nella ZTL. Proposto ricorso al giudice di pace, ben
35 verbali sono stati annullati per il mancato rispetto del posizionamento
della segnaletica.
Altro
caso storico a Milano riguarda via Unione, dove la presenza della segnaletica
indicante la presenza di ZTL e telecamera era posta addirittura dietro
l’angolo. Anche in questo caso sono stati tantissimi i ricorsi accolti, con la
conseguenza che il Comune di Milano ha successivamente provveduto a
regolarizzare il posizionamento della segnaletica.
Viene poi
spontaneo domandarsi come mai la maggior parte delle ZTL siano poste nelle zone
della “movida” notturna (Navigli, Sempione, Garibaldi), principalmente
frequentate da giovani provenienti da fuori Milano (hinteland e città
limitrofe) che non conoscendo la zona e non essendo correttamente informati
dalla segnaletica, incorrono in migliaia di contravvenzioni.
Il Comune
di Milano, che tanto insiste per il rispetto delle norma del codice della
strada, è il primo che fa di tutto per non rispettarlo.
Prendiamo
ad esempio la questione relativa ai posteggi, che risulterebbero per la maggior
parte illegittimi in quanto, sul punto, il codice della strada prevede,
all’art. 7 comma 6 che “le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate
fuori dalla carreggiata”. Anche in questo caso, basta girare per la città per
rendersi subito conto che le aree di sosta non rispettano i dettami del codice
della strada.
L’ultimo
caso eclatante riguarda il “caso Ghisallo” dove è stato posizionato un
autovelox (unitamente ad altri 6 posti su via di grande scorrimento), peraltro
mal segnalato, che nel solo primo mese di attività ha registrato ben 700.000
multe. Il Comune di Milano si è trovato “sommerso” di lavoro e non riuscendo a
gestire le tempistiche per la notifica dei verbali (il codice della strada
prevede inderogabilmente in 90 giorni da quando è stata commessa la violazione)
si è inventato un bel trucco: al posto di far decorrere i 90 giorni dalla data
in cui era stata commessa l’infrazione, ha pensato bene di far decorrere i
termini da quando la fotografia veniva visionata dall’agente, con la conseguenza
che tantissimi verbali risultavano notificati anche mesi dopo i termini
prescritti dalla legge.
Tale
situazione ha comportato un numero elevatissimo di ricorsi, tutti ovviamente
accolti, situazione che ha comportato costi per i cittadini e per l’amministrazione
della giustizia, quando sarebbe bastato riconoscere l’errore (perché di
“errore” si è trattato come specificato dal ministero dell’Interno in una nota
ufficiale) e procedere all’annullamento in autotutela.
Anche per
quanto riguarda la notificazione delle multe si registrano moltissime
irregolarità, soprattutto quando la multa viene consegnata al portiere dello
stabile. Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, in una nota sentenza hanno
stabilito che “in caso di notifica nelle
mani del portiere, l'ufficiale deve dare atto, oltre che dell’infruttuoso
tentativo di consegna a mani proprie per assenza del destinatario, delle vane
ricerche delle altre persone preferenzialmente abilitate a ricevere l'atto,
onde nel riferire al riguardo, sebbene non debba necessariamente fare uso di
formule sacramentali né riprodurre testualmente le ipotesi normative, deve, non
di meno, attestare chiaramente l'assenza del destinatario e dei soggetti
rientranti nelle categorie contemplate dal secondo comma dell'art. 139 c.p.c.,
la successione preferenziale dei quali è nella norma tassativamente stabilita”.
Ciò significa che l’ufficiale notificatore deve prima
di tutto cercare il destinatario in persona ed in caso di assenza cercare la
altre persona abilitate alla ricezione (familiare convivente, vicino di casa,
addetto all’ufficio o all’azienda) ed in caso di mancato rinvenimento delle
suddette persone, consegnare la multa al portiere dello stabile, dando
tassativamente atto, nella relata di notifica, dell’assenza di tutte le persone
sopra indicate.
Nel caso manchi tale attestazione, la notifica è
irrimediabilmente nulla. Negli ultimi anni sono state migliaia le cartelle
esattoriali annullate dai Giudici di Pace per tale profilo di nullità, perché
tutte o quasi le multe, sono state notificate senza il rispetto di quanto
previsto dalla legge. Solamente da qualche mese il Comune di Milano ha
provveduto a modificare le relate di notifica e ad effettuare le stesse in
maniera legale, ma le multe degli ultimi 10 anni sarebbero tutte o quasi
potenzialmente nulle.
Altro grosso problema riguarda la tutela legale,
perché spesso, soprattutto per importi piccoli ed anche in virtù dello sconto
del 30% se la sanzione viene pagata entro 5 giorni, il cittadino paga anche se
vi sono delle irregolarità, per evitare i costi legali, per non perdere lo
sconto previsto o per non rischiare che la sanzione raddoppi.
Se anche tu sei stato vittima di multe ingiuste e vuoi
un consiglio o un'assistenza nel ricorso......
scrivici a: infomultericorsi@gmail.com
Assistenza gratuita nel consigliarti quale ricorso
conviene fare, ti risponderemo in giornata!!!
Antonio Petrin
Celeste Collovati
Assistenza Legale Aspes
giovedì 6 ottobre 2016
ACQUISTI ON LINE: ATTENZIONE ALLE TRUFFE!
COME DIFENDERSI?
Il commercio elettronico,
tuttavia, può riservare a volte degli spiacevoli inconvenienti.
La transazione che il consumatore
effettua on line pagando con carta di credito o con contrassegno, viene
giuridicamente definita come un “contratto
a distanza” poiché venditore ed acquirente, non si trovano fisicamente
nello stesso luogo, ma utilizzano sistemi di comunicazione informatici.
Il contratto si intende concluso
nel momento in cui il consumatore riceve la mail di conferma dell’ordine
direttamente dal sito internet, accompagnata da un codice identificativo (cd.
“numero d’ordine”).
Dal punto di vista legislativo, la
disciplina della vendita online è regolata in buona parte dalle norme del
Codice del Consumo (in particolare: artt. 50 ss. e 64 ss.) e da una serie di
direttive comunitarie.
La legge (precisamente Art. 6,
D.Lgs. 185/99) prevede che la merce ordinata nei contratti a distanza debba
essere consegnata nel termine di trenta
giorni, salvo diversa pattuizione tra acquirente e venditore. Se il termine
di consegna non viene rispettato, il consumatore ha diritto alla risoluzione
del contratto ed al rimborso dell’importo pagato, oltre al risarcimento dei
danni patiti a causa del mancato adempimento.
Nel caso in cui il prodotto
ricevuto dovesse risultare deteriorato o
difettoso, il consumatore ha DIRITTO
DI RECEDERE ed anche ad essere rimborsato di un importo pari al minor
valore del bene, a patto che tale situazione non sia il risultato di un
manomissione del prodotto di cui è responsabile il consumatore stesso.
Questa facoltà può essere
esercitata dall’acquirente in maniera libera, cioè senza alcuna penalità e
senza obbligo di specificarne il motivo, nel termine di 14 giorni dal ricevimento della merce.
Il consumatore, nell’arco dei 14 giorni, dovrà inviare una lettera raccomandata con ricevuta
di ritorno per dichiarare la sua volontà di recedere.
La facoltà di recedere è prevista
anche dopo che il consumatore a ricevuto la merce. In tal caso le spese di
spedizione della merce al mittente sono un’incombenza del venditore, a meno che
le condizioni di vendita non prevedano espressamente che il consumatore sia
tenuto a corrispondere solo quelle relative alla merce già recapitata.
E’ prevista inoltre la
possibilità per il consumatore di effettuare RECLAMI e, a tal proposito, è dovere del venditore informare il
cliente-consumatore, indicandogli tutti i dati e i recapiti dell’impresa
(denominazione, indirizzo della sede legale, numeri telefonici, codice fiscale,
partita iva ecc. …),
Il venditore é inoltre obbligato
a specificare le caratteristiche essenziali del prodotto, il prezzo
(comprensivo di eventuali tasse e imposte), le spese e le modalità di consegna
e i termini di pagamento, oltre che le modalità e i tempi di restituzione e
ritiro nel caso di “diritto di recesso o
di ripensamento”.
Per i reclami e le contestazioni,
solitamente, i siti internet predispongono una pagina apposita nel loro sito,
dedicata all’Assistenza clienti, che peraltro, permetterà di dare al reclamo un
riscontro immediato.
Quali METODI DI PAGAMENTO sono più sicuri per gli acquisti on line?
Prima di procedere all’acquisto
di qualsiasi prodotto è opportuno verificare i dati del venditore.
E’ altresì importante scegliere
una modalità di pagamento adeguata per evitare truffe
1)
il bonifico bancario: consente la tracciabilità
del versamento ed ha valore sia in sede fiscale che legale;
2)
carte di credito prepagate (evitare quelle
collegate al conto corrente);
3)
pagamento in contrassegno: con tale metodo il
pagamento del dovuto avviene solo dopo la consegna dell’ordine da parte del
corriere. Tuttavia, tale metodo prevede dei costi aggiuntivi;
4)
pagamento con la piattaforma consente di pagare
gli acquisti sia con carte di credito tradizionali che ricaricabili. I nostri
dati finanziari vengono forniti solo a PayPal che si pone come intermediario tra noi ed il venditore.
In caso di mancata ricezione dell’ordine o altri disguidi, PayPal gestisce i
reclami e se non si raggiunge un accordo, l’acquirente potrà ottenere il
rimborso del prezzo pagato tramite storno sul conto PayPal. Il rimborso può
essere richiesto per mancata ricezione della merce ordinata o in caso di merce
notevolmente diversa da quella richiesta. Per poter usufruire della “protezione
acquisti” occorre aprire la contestazione entro 180 giorni dalla data in cui è
avvenuto il pagamento. Il rimborso non può essere, tuttavia, richiesto se il
pagamento è relativo ad immobili, aziende, veicoli, macchinari industriali,
apparecchiature per ufficio ed oggetti vietati secondo le regole di utilizzo di
PayPal.
L’obbiettivo del nostro studio è
sempre quello di tentare inizialmente una
definizione in via conciliativa della questione, prendendo contatti noi con
chi di dovere, o attraverso l’invio di raccomandate a nostro nome; solo in
ultima ipotesi, ricorrere alle competenti sedi giudiziarie per un’azione giudiziale vera e
propria.
Se desideri raccontarci la tua
esperienza negativa di acquisto on line, scrivi a dirittissimo@gmail.com
Siamo a disposizione
gratuitamente per offrirti una prima consulenza sul tema!!!
www.dirittissimo.com
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venerdì 30 settembre 2016
Sei stato vittima di un incidente stradale?! Con un
minimo costo dell’invio di una raccomandata potrai ottenere il miglior
risarcimento: vi offriamo un servizio al minor costo possibile e con la massima
resa!
Il nostro studio prevede un servizio di prima consulenza gratuita (valutazione in merito alla
responsabilità delle parti nel sinistro) a tutti i clienti interessati, sia
soggetti privati che società che svolgano servizi di trasporto, nonché l’azione
di rivalsa del datore di lavoro nei confronti dell’Assicurazione di
controparte, nel caso in cui il dipendente si sia infortunato durante l’orario
di lavoro e sia nell’impossibilità di svolgere la propria attività di
dipendente.
Provvederemo ad
effettuare una prima valutazione gratuita del sinistro -fase stragiudiziale-
dopo aver esaminato la documentazione utile da voi procurata (a titolo
esemplificativo: carta identità e codice fiscale e patente dei conducenti dei
veicoli coinvolti, modulo di costatazione amichevole, verbale della Municipale,
certificati medici, dati della polizza assicurativa dei veicoli coinvolti) il
tutto per verificare se ci sono in concreto gli estremi per una richiesta di
risarcimento del danno.
La richiesta di
risarcimento può riguardare sia i danni relativi al veicolo, sia i danni
relativi alla persona e potrà essere inoltrata sia nell’ipotesi in cui le
lesioni siano inferiori al 9% della Tabella relativa al danno biologico
prevista dal Tribunale di Milano (lesioni di lieve entità), sia nell’ipotesi
che tali lesioni siano superiori al 9% (ovvero lesioni di grave entità).
Svolta la prima
consulenza, si procederà con l’invio di una diffida nei confronti
dell’assicurazione di controparte.
Per questa fase è
previsto:
-studio della
documentazione reperita in precedenza;
-redazione della
diffida ed invio della stessa;
-trattazione con i
periti dell'assicurazione di controparte e con il liquidatore.
N.B. Si specifica che
se si desidera inviare anche la lettera di rivalsa del datore di lavoro nei
confronti dell’Assicurazione di controparte per infortuni subiti dal lavoratore
durante l’orario di lavoro, questa avrà un costo esiguo ulteriore.
Qualora ci fossero
lesioni, un ulteriore costo -modesto- che il cliente dovrebbe sostenere è
quello relativo alla perizia medica redatta da un nostro consulente affidabile
e qualificato, iscritto all’albo dei CTU del Tribunale di Milano.
Una volta liquidato
l'importo dalla Compagnia Assicurativa, la stessa provvederà a liquidare il
risarcimento per il cliente e le nostre spese legali oltre a quanto anticipato
per spese mediche, medicinali e perizia del CTU.
Chi fosse interessato a
tale consulenza, ci contatti direttamente ai numeri di telefono riportati al
termine dell'articolo in modo tale che tutte le informazioni su costi e
modalità concrete di trattazione del sinistro verranno spiegate ed indicate a
ciascuna persona interessata.
Nel caso in cui invece
il cliente volesse procedere giudizialmente,
la situazione sarà differente: sono previsti costi vivi da sostenere relativi
alla procedura giudiziale e il costo verrà quantificato, a seconda dei casi,
volta per volta.
Se sei stato coinvolto
in un incidente stradale e necessiti di una consulenza legale, contattaci al
seguente indirizzo email: info.mclex@gmail.com
o ai seguenti numeri di telefono: +39.335356483/+39.3398296492.
Rispondiamo in breve tempo e siamo a disposizione
per informazioni e chiarimenti.
Celeste Collovati e Alessandro Milani
Studio
Legale MC-Lex e legali Aspes - associazione servizi per il cittadino www.associazioneaspes.org
Via
Gaetano Donizetti, 46
20122
Milano
giovedì 15 settembre 2016
HAI UN CREDITO DA RECUPERARE??!
ECCO PERCHE', ANCHE SE DI POCO VALORE, IL LEGALE CONSIGLIA DI NON LASCIARLO PERDERE...
Anzitutto, con il termine generico di RECUPERO DEL CREDITO si fa riferimento a tutte le attività che il
creditore svolge contro il debitore per ottenere il pagamento di quanto gli
spetta.
Si tratta di attività che hanno
dapprima la finalità di ottenere il risultato senza interessare l'autorità
giudiziaria (come i solleciti di pagamento, le diffide, i tentativi di
conciliazione imposti in determinati casi dalla legge). Ed in questo caso di parla
di attività stragiudiziale.
Se poi questi tentativi non
raggiungono l'effetto sperato (e quindi il pagamento da parte del debitore) al
creditore non resta che ricorrere all'autorità giudiziaria per ottenere quanto
gli spetta attraverso l'esecuzione sul patrimonio del debitore.
Occorre considerare che oggi è
all’ordine del giorno che un’azienda o una persona fisica che eserciti
un’attività in proprio, è esposta al rischio continuo di mancati pagamenti da
parte dei propri clienti.
Accade inoltre che all’interno delle
aziende spesso manchi un ufficio che si occupi specificatamente del recupero
del credito, in quanto le aziende ora tendono a delegare tale attività a
strutture esterne.
Un’attività di recupero crediti
efficiente è importante in quanto consente
di gestire un mancato (o ritardato) pagamento impostando al tempo stesso nuovi
rapporti contrattuali o di modificare le condizioni di quelli in essere. Tutto
ciò per l’azienda creditrice si ripercuote anche in termini di guadagno a
livello di immagine.
Ed è proprio in queste situazioni
che L’AUSILIO DI UN LEGALE è fondamentale, in modo da evitare inutili perdite
di tempo oltre che perdite economiche reali, del cui valore spesso ci si rende
conto troppo tardi.
Il nostro obbiettivo è dunque studiare
e valutare a fondo ogni possibilità di recuperare il credito anzitutto senza
ricorrere al Tribunale, in modo da ridurre al minimo i Vostri costi.
Con che modalità? dalla messa in
mora iniziale alla possibilità di un accordo stragiudiziale; solo se non avesse
sortito effetto questa prima attività, allora si procede giudizialmente, con il
deposito di ricorsi in tribunale e ad ogni successiva eventuale fase di
esecuzione.
Disponiamo, tra l’altro, di UN’ATTIVITÀ
DI INDAGINE sia su persona fisica che giuridica che nel primo approccio al
recupero del credito, riteniamo sia INDISPENSABILE perché consente di avere un
quadro completo di tutte le proprietà, i beni e i conti del soggetto o società
verso il quale o la quale si vuole andare a recuperare il credito.
Il nostro modo di affrontare un
recupero del credito è il seguente:
1) Analizziamo il caso che ci
sottoponete con documentazione da Voi fornita (fatture, bolle di
accompagnamento e tutto ciò che possa essere utile per dimostrare il Vostro
credito liquido certo ed esigibile).
Effettuiamo UNA PRIMA VALUTAZIONE
GRATUITA, cercando, se la situazione è controversa, con l’ausilio anche
dell’attività di indagine, di risolvere la questione con una semplice
telefonata o messa in mora (ripetuta anche più volte);
2) Qualora non dovesse funzionare la
modalità stragiudiziale, allora si procede, dopo ultima telefonata per
sollecitare, al deposito del ricorso presso le competenti sedi giudiziarie.
N.B. Informiamo che i COSTI previsti
sono davvero competitivi, con possibilità di sconti qualora decideste di
affidarci più recuperi del credito (quindi in base alla quantità).
Se interessati, non esitate a
contattarci, anche solo per avere informazioni, scrivendo alla casella:
Rispondiamo subito o in
pochi giorni!
Celeste
Collovati
Legale
Studio C.M.G.
martedì 6 settembre 2016
PEREQUAZIONE
PENSIONI: come aderire alla procedura volta ad ottenere la mancata perequazione
della pensione dal 2011 ad oggi bloccata!!!!!
C'è ancora la possibilità di far valere i propri diritti in merito alla pensione..
Per info sulla procedura scrivi a dirittissimo@gmail.com oppure rivalutazionepensione@gmail.com
Il Tribunale di Milano
rinvia alla Corte Costituzionale la decisione sui ricorsi per la rivalutazione
delle pensioni.
Un'altra grande
battaglia verso il Governo Renzi e una vittoria, anche se parziale, per i
pensionati!
Anche il tribunale di
Milano ha accolto il ricorso di diversi pensionati che grazie ad una norma del
governo Monti, si sono visti negare la rivalutazione della propria pensione.
Perequazione automatica
delle pensioni cosa vuol dire??
Sostanzialmente è un aumento applicato
annualmente dall’Inps per adeguare l’importo delle pensioni agli aumenti del
costo della vita.
Il blocco di tale
perequazione ha origine a partire dal Decreto Salva Italia di Monti nel lontano
2011 che ha stabilito lo stop alla perequazione per gli assegni superiori a 3
volte il minimo Inps (ovvero da Euro 1.405,00 in su). Blocco che non è mai
stato eliminato.
Tale situazione ha
scatenato la pronuncia della Corte Costituzionale (sentenza n. 70/2015) che nel
maggio 2015 si è espressa, dichiarando incostituzionale il suddetto blocco,
in quanto in palese contrasto con alcuni principi della nostra
Costituzione (principio di ragionevolezza e proporzionalità).
Nel ricorso presentato da noi legali
dell’Associazione Aspes, associazione tra le prime in Italia che si occupa dei
problemi dei pensionati, viene a chiare lettere sottolineato più volte la non
manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale della
reiterazione dei blocchi della perequazione operata nel tempo da vari governi.
Possono aderire a tale
azione tutti i pensionati, siano essi ex dipendenti privati o statali che già
nel novembre 2011 percepivano una pensione minima lorda pari o superiore ad
Euro 1.405,00.
Occorre precisare che
nel caso di specie, infatti, sia il Governo Monti-Fornero con il decreto Salva
Italia (n. 201/2011) ha operato il blocco per il 2012-2013, sia la Legge di
stabilità Letta per l'anno 2014-2015 e il Decreto Renzi (n. 65/2015) convertito
in Legge (109/2015) ha ridotto drasticamente le percentuali di calcolo della
rivalutazione (anche del 40%) per ogni fascia di reddito, operando anche
retroattivamente dal 2012 sino al 2016.
Fino ad oggi non ci si
sbilanciava sul possibile esito positivo della procedura in questione.
Poi, i primi del mese
di Maggio 2016, la grande notizia dell'Ordinanza del Tribunale di Milano,
sezione lavoro, la prima sulla questione, nella quale il giudice ha dichiarato
la non manifesta infondatezza, per violazione degli art. 136, 3, 36 comma 1 e
38 comma 2 della Costituzione, della questione di legittimità costituzionale
dell'art. 24 comma 25 decreto legge n. 201 del 2011, convertito in legge n. 214
del 2011, come modificato dal Decreto Legge n. 65/2015 (decreto Renzi) convertito
in Legge n. 109/2015.
Per info sulla procedura scrivi a dirittissimo@gmail.com oppure rivalutazionepensione@gmail.com
mercoledì 31 agosto 2016
Ritardo nella consegna della posta?
Rimborso/indennizzo con il reclamo o risarcimento
del danno da responsabilità contrattuale con ricorso al giudice.
Capita
spesso che si subiscano disservizi postali causati dalla cattiva gestione dei servizi dell’Ente Poste (per
esempio ritardo nella consegna della
corrispondenza).
In tal
caso, per il cittadino sono previste due diverse forme di tutela che può
attuare:
- il reclamo
da presentarsi al gestore del servizio;
-il ricorso
all’autorità giurisdizionale regolato dal codice civile in materia di
responsabilità contrattuale.
Il
reclamo, come previsto dalla Carta della Qualità dei servizi postali, permette di denunciare il disservizio
postale subito e ottenere il rimborso/indennizzo o la compensazione. Tale forma
di tutela è però autonoma rispetto a quello che normalmente la legge
garantisce alle parti di un rapporto contrattuale.
La
seconda forma di tutela, consiste in una vera e propria azione legale, ovvero
il ricorso al Giudice di Pace e può essere esercitata qualora si voglia far
valere, previa prova della stessa, la responsabilità contrattuale
dell’ente gestore del servizio postale e ottenere il risarcimento del danno.
La scelta
di ricorrere all’autorità giurisdizionale, senza aver previamente richiesto il
risarcimento del danno mediante l’attivazione della procedura di reclamo, è da
considerarsi pienamente legittima, come peraltro confermato dalla legge che
espressamente esclude la sussistenza di qualsivoglia condizione di
procedibilità della domanda giudiziale e come recente giurisprudenza ha
affermato.
A tal
proposito, secondo giurisprudenza recente, il contratto stipulato tra il mittente di
una raccomandata ed il gestore del servizio postale può essere qualificato come
un contratto a favore di terzo ex art. 1411 c.c. Si tratta infatti di un
contratto in cui due o più parti (in questo caso il mittente della raccomandata
e il gestore del servizio postale) si accordano affinché la seconda esegua una
prestazione a favore di un terzo (destinatario della raccomandata).
Il terzo
che non riceve la raccomandata o la riceve in ritardo, può agire in giudizio
per accertare la responsabilità contrattuale delle Poste ed il
conseguente risarcimento del danno.
La legge
prevede che: a) la responsabilità per la fornitura dei servizi postali è
disciplinata, per quanto non stabilito da disposizioni speciali, dalle norme
del codice civile; b) il cittadino ha diritto di adire l’autorità
giurisdizionale indipendentemente dalla presentazione dei reclami o, in
alternativa, di attivare meccanismi di risoluzione extragiudiziale delle
controversie.
Se anche tu hai subito un disservizio e vuoi raccontarci il Tuo caso scrivi a dirittissimo@gmail.com
o contatta l’associazione Aspes al seguente numero di telefono: 02.87394434
Con una prima consulenza gratuita, ti forniamo l'assistenza necessaria e facciamo in modo di
risolvere stragiudizialmente il Tuo caso!
Celeste Collovati
Legale Aspes www.associazioneaspes.org
Studio C.M.G.
martedì 30 agosto 2016
VOLO CANCELLATO O IN RITARDO? BAGAGLIO SMARRITO?
CONTATTACI!!!!
Volo
cancellato, volo in ritardo, overbooking, bagagli smarriti, queste le
principali cause che possono creare disagi al passeggero ed impedire di volare.
Sapevi che la
compagnia aerea è obbligata a fornirti alcune forme di assistenza che, se non
attua, puoi ottenere il diritto al giusto risarcimento del danno dalla stessa
fino a tre anni dalla cancellazione del volo o evento che ha causato il
disagio.
Hai diritto ad
ottenere una compensazione pecuniaria e - in taluni casi- anche il risarcimento
del maggior danno.
La normativa
europea di riferimento è il Regolamento (CE) n. 261/2004 del Parlamento Europeo
e del Consiglio dell'11 febbraio 2004, che istituisce regole comuni in materia
di compensazione ed assistenza ai passeggeri in caso di cancellazione del volo,
ritardo prolungato.
In Italia è in
vigore il Dlgs. 27 gennaio 2006, n. 69 recante disposizioni sanzionatorie per
la violazione del regolamento (CE) n. 261/2004 che istituisce regole comuni in
materia di compensazione ed assistenza ai passeggeri in caso di negato imbarco,
di cancellazione del volo o di ritardo prolungato.
Contatta
l'associazione Aspes per avere maggiori informazioni e per sapere quali sono i casi in cui
puoi avere diritto al risarcimento, quali sono i costi, qual è la procedura da
attivare.
Seguiamo per te
la procedura di richiesta di rimborso alla Compagnia aerea e/o risarcimento del danno subito.
Scrivi a:
info.voli.aspes@gmail.com o chiama direttamente Aspes al n. 02. 36522910/
02.87394434
Valuteremo il
tuo caso con una prima consulenza gratuita!!!
Celeste Collovati
Legale Aspes
Celeste Collovati
Legale Aspes
giovedì 21 luglio 2016
Fermo amministrativo auto Equitalia? Il bollo va pagato lo stesso?
Tutte le novità introdotte nel 2016.
E' stato emesso un provvedimento di fermo amministrativo per auto e moto nei vostri confronti e volete sapere come cancellarlo?Oggetto del blocco sono tutti i veicoli a motore intestati al debitore: automobili, moto, scooter, macchine agricole, pullman, ecc.
Di solito il fermo
amministrativo per auto e moto lo emette Equitalia, la principale
agenzia di riscossione dei debiti in Italia. Le procedure del fermo
amministrativo valgono però per tutte le agenzie di riscossione sul terreno
nazionale.
Questo
provvedimento comporta il divieto di circolazione per il proprio veicolo, nel 2016
sono state introdotte delle novità nelle procedure, inoltre sono nate molte
questioni sulla obbligatorietà del pagamento del bollo anche per veicoli
sottoposti a fermo amministrativo. Vediamo nello specifico tutte le novità.
Equitalia, fermo
amministrativo auto: cos’è e cosa comporta?
Se vi viene
recapitata una cartella esattoriale, da Equitalia o da un qualsiasi
altro ente preposto alla riscossione, e questa non viene pagata entro 60
giorni, scatta un procedimento cautelare, e poi esecutivo, di blocco dei
veicoli a motore.
Sono procedure
cosiddette di "ganasce fiscali", attivate in seguito all’insolvenza di un
debito, prese per cautelare il creditore.
Il fermo comporta
il divieto di circolazione su strada, l’impossibilità di radiare il veicolo dal
Pubblico Registro Automobilistico (PRA), di demolirlo o esportarlo
all’estero.
Il veicolo potrà
essere venduto, ma i divieti rimarranno in vigore anche per il nuovo
proprietario fino a quando il debito non verrà ripagato.
Chi contravviene
alle regole incorre in una sanzione amministrativa che va dai 1.988 ai 7.953
euro, oltre ovviamente al sequestro del veicolo.
Per i veicoli
sottoposti alle cosiddette ganasce fiscali, ovvero al fermo
amministrativo, non vige l’obbligo di pagamento del bollo.
Si è dunque esentati
dal pagamento del bollo, ossia la tassa di circolazione, per quei veicoli di
cui si è perso il possesso o la disponibilità.
Equitalia, quando
si incorre nel fermo amministrativo auto?
I fermi
amministrativi vengono imposti solo per debiti che superano un importo
di 800 euro. La procedura prevede una comunicazione formale al debitore e invia
una notifica di preavviso del fermo amministrativo per un veicolo a motore del
debitore.
Per debiti sotto i 1000 euro devono essere inviati due solleciti di pagamento, il primo a 120 giorni di distanza dalla comunicazione di preavviso.
Equitalia, fermo amministrativo 2016: tutte le novità
Dal 22 ottobre
2015, pertanto anche nel 2016, la rateizzazione non blocca le ganasce
fiscali.
Per cui, se un
tempo la revoca del fermo amministrativo avveniva al momento del pagamento
della prima rata, ed era dunque possibile dilazionare il debito, ora non è più
possibile: la revoca parte solo al momento del pagamento dell’ultima rata.
Unica eccezione è fatta quando il veicolo sia strumentale all’impresa o al
professionista.
Se invece la
rateizzazione viene accettata prima che il fermo diventi esecutivo, allora non
è possibile procedere alle ganasce fiscali per tutta la durata della dilazione.
Come verificare se
c’è un fermo amministrativo Equitalia sull’auto
Per verificare se
c’è un fermo amministrativo sull’auto si può fare richiesta all’ACI per
una visura di una targa.
se state
per comperare un’auto di seconda mano, prima dell’acquisto assicuratevi
attraverso la visura della targa che non sia sottoposta a fermo.
Per il bollo,
fino a quando il veicolo è sottoposto a fermo, non sarà possibile pagarlo, vi
conviene pertanto dichiarare la perdita del possesso del veicolo, seguendo le
regole regionali per la riscossione del bollo auto.
Per quanto riguarda
l’assicurazione, invece, se il veicolo è parcheggiato in un box privato,
questa può anche non essere pagata. Se invece il veicolo è parcheggiato in
strada, in caso di sinistro, se l’assicurazione non è stata pagata, non sarà
possibile avere il rimborso.
Cancellazione del
fermo amministrativo Equitalia
Una volta pagato il
debito, bisogna farsi rilasciare dall’Agente di riscossione la
certificazione del pagamento e recarsi al PRA.
Qui andranno
forniti i dati del veicolo, l’importo del credito ed il Certificato di
proprietà del veicolo oggetto di provvedimento cautelare ed esecutivo per
il quale si richiede la cancellazione del fermo amministrativo.
Se avete scoperto che è stato emesso un fermo su un vostro veicolo o volete scoprirlo, vi forniamo assistenza e seguiamo per voi tutta la pratica. Per informazioni e dettagli scrivete a dirittissimo@gmail.com
RISPONDIAMO IN BREVE TEMPO!!!!!
Aspes Milano
Studio Legale C.M.G.
lunedì 4 luglio 2016
VOLI CANCELLATI O IN RITARDO?
VALUTA IL TUO LEGITTIMO RIMBORSO!!!
Sapevi che se il tuo volo è in ritardo di più di 2 ore
potresti avere già diritto all’assistenza mentre se il ritardo supera le 3 ore
ad un risarcimento pecuniario?
I passeggeri vittime di un ritardo aereo hanno diritto a
percepire una compensazione pecuniaria da parte della compagnia aerea da un minimo di €250 fino ad un massimo di €600.
Oltre al risarcimento il passeggero ha diritto anche
all’assistenza che comprende: fornitura di pasti e bevande in congruità con
l’attesa, sistemazione in albergo e trasferimenti da e per l’aeroporto (nel
caso siano necessari uno o più pernottamenti), possibilità di effettuare due
telefonate, questo è quanto previsto dalla Carta
dei Diritti del Passeggero.
Il Regolamento CE 261 del 2004 è una legge
dell'Unione Europea (UE) sui diritti dei passeggeri aerei che tutti gli Stati
membri devono rispettare.
Questa
afferma che i passeggeri aerei devono essere risarciti finanziariamente se il
loro volo è stato cancellato o era in sovraprenotazione. Inoltre, nell'Ottobre
2012 la Corte di Giustizia dell'UE (CGUE) ha stabilito che anche i passeggeri
dei quali voli sono arrivati con tre ore di ritardo o oltre, hanno diritto al
risarcimento, a meno che il ritardo non è attribuibile a circostanze
straordinarie fuori dal controllo della compagnia aerea, come uno sciopero o
cattive condizioni meteorologiche.
L'obiettivo
principale del Regolamento è migliorare la protezione dei diritti dei
passeggeri in Europa e armonizzare la legge tra gli stati membri.
Da quando
la legge fu implementata nel Febbraio 2005, ci sono state molte sentenze
rivoluzionarie contro le compagnie aeree nella Corte di Giustizia Europea.
Questo ha drasticamente cambiato il
panorama dei diritti dei passeggeri aerei. Abbiamo riassunto i più
importanti casi nella sezione Sentenze Rivoluzionarie.
Quando si applica la legge?
La legge
sui diritti dei passeggeri aerei può essere facilmente confusa. In certi
tratti, sembra contraddittoria. Questa è la ragione per la quale può essere
difficile capire quando si ha diritto e per che cosa si ha diritto. Inoltre, le
compagnie aeree hanno una tendenza a tenere segreti i diritti dei passeggeri
aerei, anche se sono legalmente obbligate ad informare. Di conseguenza, ci si trova in una situazione di stallo.
Questo stato scioccante delle cose ha fatto sì meno dellƇ% dei passeggeri aerei eleggibili riceve il risarcimento che gli spetta
di diritto.
Il nostro
obiettivo è di rendere più facile per voi capire i vostri diritti quando si
verifica un ritardo del volo, cancellazioni o sovraprenotazioni.
Dove si applica la legge?
Dato che
il Regolamento CE 261/2004 è una legge europea, si applica solo nello
spazio aereo dell'UE, tuttavia non bisogna essere cittadini dell'UE per
reclamare un risarcimento. Questo significa che il tuo volo deve essere partito
da un aeroporto in UE (con qualsiasi compagnia aerea) o arrivato in UE (con una
compagnia aerea europea) o da Islanda,
Norvegia o Svizzera.
Risarcimento del danno non solo materiale ma anche morale!
La Corte
di Giustizia dell’UE ha emesso una importante sentenza: i passeggeri, quando un
volo viene cancellato, possono chiedere il rimborso per il danno morale, oltre
che per quello materiale; inoltre, il diritto al risarcimento esiste anche
quando l’aereo decolla, ma subito dopo è costretto a rientrare all’aeroporto di
partenza ed il passeggero viene trasferito su un altro volo.
La Corte
ha, infatti, precisato che il regolamento comunitario in materia di
compensazione ai passeggeri aerei stabilisce alcune misure uniformi che le
compagnie aeree devono attuare nei confronti dei loro passeggeri in caso di
negato imbarco, cancellazione del volo o ritardo prolungato: resta, comunque,
impregiudicato il diritto dei passeggeri ad un risarcimento supplementare.
Inoltre,
in base alla convenzione di Montreal, ci sono alcune condizioni in cui il
passeggero può chiedere un risarcimento dei danni, su base individuale (per un
limite massimo di 4.750 euro per passeggero).
La Corte
ha affermato che la cancellazione del volo si ha anche quando l’aereo parte, ma
rientra nell’aeroporto di partenza ed i passeggeri vengono trasferiti su un
altro volo: in questo caso è necessario studiare la situazione individuale di
ciascun passeggero trasportato, esaminando se egli abbia abbandonato la
programmazione iniziale del volo. Esiste, poi, un “risarcimento supplementare”
che consente ai passeggeri di ottenere il risarcimento del danno complessivo,
materiale e morale, subito a causa dell’inadempimento da parte del vettore
aereo dei suoi obblighi contrattuali.
Infine,
la Corte aggiunge che “quando un vettore
viene meno agli obblighi di sostegno (rimborso del biglietto o imbarco su un
volo alternativo per la destinazione finale, assunzione a proprio carico delle
spese di trasferimento dall’aeroporto di arrivo all’aeroporto inizialmente
previsto) e di assunzione a proprio carico delle spese ad esso incombenti in
virtù del regolamento (rimborso delle spese di ristorazione, sistemazione in
albergo e comunicazione), i passeggeri aerei possono legittimamente far valere
un diritto al risarcimento. Tuttavia, nella misura in cui tali risarcimenti
derivano direttamente dal regolamento, essi non si possono considerare come
rientranti in un risarcimento supplementare”.
Essenzialmente sono tre le situazioni in cui si può
verificare un disagio per i passeggeri:
1) NEGATO IMBARCO. Il passeggero non viene imbarcato a causa
dell’eccessivo numero di prenotazioni
2) CANCELLAZIONE DEL VOLO: Si verifica quando l’aereomobile
non parte
3) RITARDO PROLUNGATO DEL VOLO: Partenza dell’aereomobile
ritardata rispetto all’orario di partenza previsto.
Compensazione pecuniaria.
La Carta dei diritti del passeggero calcola la
compensazione in base alla tratta (internazionale o intracomunitaria) e alla
distanza percorsa.
-voli intracomunitari inferiori o pari a 1500 Km, Euro
250,00
-voli intracomunitari superiori a 1500 Km, Euro 400,00
-voli internazionali inferiori o pari a 1500 Km, Euro
250,00
-voli internazionali tra 1500 Km e 3500 Km, Euro 400,00
-voli internazionali superiori a 3500 Km, Euro 600,00.
Si dice che la compensazione pecuniaria non sia dovuta
nel caso in cui:
-la compagnia aerea possa provare che la cancellazione
del volo sia stata causata da circostanze eccezionali, ad esempio, avverse
condizioni meterologiche, allarmi per la sicurezza, scioperi.
-o il passeggero sia stato informato della cancellazione:
1)con almeno due settimane di preavviso;
2)nel periodo compreso tra due settimane e sette giorni
prima della data di partenza e nel caso in cui venga offerto un volo
alternativo con partenza non più di due ore prima rispetto all’orario
originariamente previsto e con arrivo presso la destinazione finale al massimo
quattro ore dopo l’orario originariamente previsto.
3)meno di sette giorni prima e nel caso in cui venga
offerto un volo alternativo con partenza non più di un’ora prima dell’orario
originariamente previsto e con arrivo presso la destinazione finale al massimo
due ore dopo l’orario originariamente previsto.
Se hai subito una di queste situazioni e vuoi raccontarci la tua esperienza scrivici a dirittissimo@gmail.com
Ti daremo una consulenza gratuita sulla possibilità di ottenere il risarcimento o meno!
N.B. Nel caso Tu abbia diritto ad ottenere il giusto risarcimento, seguiamo GRATUITAMENTE la richiesta di rimborso che inoltriamo alla Compagnia Aerea e, solo nel caso di ottenimento del rimborso che Ti spetta, chiediamo il 10% della somma recuperata!!!
N.B. Nel caso Tu abbia diritto ad ottenere il giusto risarcimento, seguiamo GRATUITAMENTE la richiesta di rimborso che inoltriamo alla Compagnia Aerea e, solo nel caso di ottenimento del rimborso che Ti spetta, chiediamo il 10% della somma recuperata!!!
Celeste Collovati
Studio C.M.G.
Legale Aspes
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