RECUPERO
DEI CREDITI DI LAVORO: COME FARE? QUALE
PRESCRIZIONE?
Un lavoratore che vanti un
credito verso il suo datore di lavoro può attuare una serie di iniziative per il
recupero dello stesso.
Fino a quando il lavoratore può
agire in giudizio per vedersi riconoscere somme a titolo retributivo legate
allo svolgimento della propria prestazione lavorativa??
Che cosa è cambiato dal 2012 per
i lavoratori che vogliano recuperare crediti retributivi legati al rapporto di
lavoro (stipendi non pagati, differenze retributive di varia natura, TFR, etc
…) ?
La maggior parte dei crediti
retributivi legali al rapporto di lavoro hanno una prescrizione quinquennale (ex Art. 2948 c.c., commi 4 e 5).
Se da un lato nulla è mutato
circa la decorrenza della prescrizione dei crediti retributivi per i lavoratori
delle cd. “piccole imprese” (fino a 15 dipendenti), diversa è la situazione dei
lavoratori dipendenti di imprese con più di 15 dipendenti, per i quali è
applicabile indistintamente la Riforma Fornero del 2012 che, come noto, ha
ridotto i casi di licenziamento illegittimo per i quali è prevista la
reintegrazione, ora sostituita per la maggior parte dei licenziamenti con una
tutela meramente risarcitoria (cd. “monetizzazione del licenziamento
illegittimo”).
Pertanto la giurisprudenza più
recente è stata sollecitata dagli Avvocati del Lavoro a chiedersi se il “timore
da recesso” ricorresse ora anche per i dipendenti delle grandi realtà, oggi non
più assicurati dal reintegro in servizio in caso di licenziamento illegittimo.
Ovviamente tale riflessione deve
essere estesa, a maggior ragione, anche ai lavoratori post Jobs Act a cui si
applica il contratto a tutele crescenti, per i quali la tutela “forte” reale
non troverà quasi più applicazione, sostituita da una meramente risarcitoria,
al pari dei lavoratori delle piccole realtà.
Pertanto pare lecita conseguenza
che anche a tali lavoratori debba trovare applicazione una prescrizione non più
in costanza di rapporto, ma dal momento della cessazione dello stesso.
In tal senso, a seguito di
ricorsi presentati da Avvocati del Lavoro di Milano e Torino, si sono pronunciati
rispettivamente alcuni Giudici affermando che fino al luglio 2012 i crediti
retributivi siano caratterizzati da prescrizione in costanza di rapporto e
successivamente il termine risulta sospeso.
Il procedimento attraverso il
quale si possono recuperare crediti da lavoro è abbastanza veloce: decreto
ingiuntivo ed eventuale esecuzione.
Per la velocità della
procedura sono però necessari i cedolini paga. In caso contrario c’è rischio
che si allunghino i tempi.
Prima di agire è buona regola
verificare la solvibilità del debitore perché, se il debitore è insolvente, si
corre il rischio di recuperare solo quanto può rimborsare il Fondo di Garanzia
presso l'INPS, cioè il TFR.
Il mancato pagamento della retribuzione legittima
le dimissioni per giusta causa da parte del lavoratore dipendente, esonerandolo
dall’obbligo di dare, al datore di lavoro, il preavviso e facendo maturare in
suo favore il relativo indennizzo.
In piu', con la presentazione
delle dimissioni, al dipendente spetta l’assegno di disoccupazione, nonostante non abbia subito formalmente il licenziamento.
Rimanendo comunque
imprescindibili le misure assistenziali erogate dall’Inps nel caso in cui
il datore, per cattiva volonta' o per crisi economica, non versi al dipendente
le buste paga o il TFR la prima, e piu' economica, mossa da compiere
consiste nel metterlo in mora.
Per far cio', si dovra'
inviare una diffida con raccomandata a/r, sollecitandolo a pagare quanto
dovuto.
In questa attivita' e' sempre importante
effettuare prima i conteggi degli importi dovuti ed eccepire le giuste
eccezioni al datore moroso.
Qualora la diffida non dovesse
sortire effetto, si può procedere giudizialmente per ottenere un titolo esecutivo nei confronti dell’imprenditore inadempiente. Occorre
verificare che l’azienda non sia fallita perché in tal caso è necessario
depositare un’istanza di fallimento.
Per legge vengono tutelati in
via prioritaria i crediti dei dipendenti, nonché il versamento degli oneri
previdenziali ed erariali in quanto, tali crediti, godono di un grado di
prelazione prioritario rispetto a tutti gli altri debiti.
Qualora, pero', l’azione
legale tentata non vada a buon fine in presenza di una reale situazione di
dissesto finanziario del datore, al dipendente non resta altra soluzione che
rivolgersi all’Inps, chiedendo l’intervento del Fondo di Garanzia per ottenere il pagamento del Tfr e delle ultime
tre mensilita'.
Per maggiori infomazioni puoi contattare: iinforicorsitfr@gmail.com
I nostri avvocati del lavoro sono pronti a seguire il Tuo caso.