TFR E CREDITI
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venerdì 22 settembre 2017
mercoledì 13 settembre 2017
RECLAMO CONTRO LE COMPAGNIE TELEFONICHE
-Malfunzionamento
della linea telefonica;
-errore
nella fatturazione;
-reiterati
disservizi di varia natura.
Le grandi
compagnie telefoniche prevedono delle procedure per la gestione dei reclami
provenienti dai loro clienti e nella maggior parte dei casi, dedicano apposite
sezioni all’interno dei loro siti, dove è possibile trovare moduli
standard di reclamo da compilare ed inviare.
Nel
sito di ogni operatore normalmente è possibile trovare una sezione, c.d. customer
care, in cui sono descritte le modalità con cui effettuare il reclamo alle
compagnie telefoniche.
È importante
questo passaggio per consentire all’operatore di riconoscere il disservizio ed,
eventualmente, risolverlo, facendo venire meno di conseguenza anche qualsiasi
sua responsabilità.
In una
successiva ed eventuale fase di contenzioso questo comporta il rigetto della
vertenza dell’utente.
Prima
di procedere giudizialmente, è sempre consigliabile inviare tramite l’ausilio
di un legale, una diffida alla compagnia telefonica.
Obbligo
della compagnia è gestire il problema entro 45 giorni.
È
possibile, infatti che una volta inviato il reclamo attraverso la diffida, lo
stesso venga accettato, o, nella peggiore delle ipotesi, respinto e tale
rifiuto deve comunque essere motivato.
In
questo caso, se il consumatore decide di procedere con la contestazione, prima
di presentarsi davanti all’autorità giudiziaria, è prevista una fase intermedia
obbligatoria ovvero l’obbligo di esperire il tentativo di conciliazione
obbligatorio davanti alle autorità a tal fine preposte: il CORECOM,
a livello regionale, e l’AGCOM, a livello
nazionale.
Per la
conciliazione è consigliabile che l’utente si faccia assistere e rappresentare da
un legale o da una persona di fiducia a cui è stata conferita un’apposita
delega.
La
competenza territoriale dell’organo viene determinata, in caso di linea
telefonica fissa, in base al luogo in cui si trova la postazione dell’utente,
negli altri casi, al domicilio indicato dall’utente al momento della
conclusione del contratto o, in mancanza, presso la sua residenza o sede
legale.
Senza
dubbio, riuscire a chiudere la posizione durante la conciliazione, prima di
adire il Giudice, avvantaggia il consumatore in termini di costi/benefici e di
tempo, rispetto all’instaurazione di una procedura davanti all’autorità
giudiziaria ordinaria che implicherebbe una maggior spesa e tempo.
Al
termine del tentativo di conciliazione possono verificarsi due situazioni:
a)proposta della compagnia accettata dal
consumatore; si conclude la controversia.
b)
proposta della compagnia non accettata; il consumatore
deciderà di instaurare un giudizio davanti all’autorità giudiziaria ordinaria
competente.
Se ti è capitato un caso del genere e hai problemi
con la compagnia telefonica, puoi contattare Dirittissimo anche per un
consiglio!
giovedì 7 settembre 2017
TARDIVA CONTESTAZIONE DISCIPLINARE E LICENZIAMENTO - L’Avvocato del Lavoro commenta:
Rischia il Licenziamento il lavoratore che
riceva una Lettera Disciplinare 4 mesi dopo i fatti oggetto di contestazione?
Quando il lavoratore può impugnare con
successo l’eventuale licenziamento?
risponde l’Avvocato del Lavoro.
risponde l’Avvocato del Lavoro.
Cari lettori, l’Avvocato
del Lavoro in questo articolo affronta una questione molto delicata e assai
frequente nel mondo del lavoro: può il datore di lavoro contestare un episodio
a rilevanza disciplinare a diversi mesi di distanza dall’accadimento dei
relativi fatti?
Spesso infatti
accade che ai Nostri Avvocati del Lavoro si rivolgano lavoratori che hanno
appena ricevuto una lettera di Licenziamento disciplinare (giusta causa o
giustificato motivo oggettivo) e ci chiedano di valutare se l’eventuale
licenziamento possa essere impugnato con successo.
In merito a tale
argomento, l’Avvocato del Lavoro ritiene doveroso un chiarimento preliminare:
lo Statuto dei Lavoratori (Art. 7 L. 300/70), espressamente prevede che il datore
debba contestare preventivamente i fatti oggetto dell’eventuale e successivo
licenziamento. Pertanto il lavoratore che abbia ricevuto direttamente un
licenziamento disciplinare senza alcuna preventiva lettera di contestazione,
deve immediatamente rivolgersi ad un Avvocato del Lavoro, per procedere con certo successo all’impugnazione del
licenziamento !
Dopo tale
doverosa promessa, l’Avvocato del Lavoro deve ora affrontare il tema della
tempestività della contestazione disciplinare: sempre lo Statuto dei Lavoratori,
stabilisce che il Datore di Lavoro debba comunicare la contestazione
disciplinare in modo “tempestivo”. In caso contrario infatti la non
immediatezza della contestazione disciplinare o del relativo licenziamento,
indurrebbe a ritenere che lo stesso abbia soprasseduto al licenziamento,
ritenendo i fatti oggetto di contestazione come non gravi o comunque non
meritevoli della sanzione disciplinare più grave (licenziamento).
Pertanto sarà
compito dell’Avvocato del Lavoro valutare se la contestazione e/o il
licenziamento disciplinare abbiano rispettato il requisito della “tempestività.
Quest’ultimo a
seconda dei casi potrà essere di estensione temporale più o meno ampia a
seconda di numerosi fattori, relativi soprattutto al tempo necessario per il
datore di lavoro per l’accertamento e la valutazione dei fatti, in
considerazione della particolarità degli stessi, delle relative necessarie
indagini ed al grado di complessità della struttura organizzativa aziendale.
L’Avvocato del
Lavoro precisa che tale orientamento è stato confermato anche da una recente
sentenza della Suprema Corte (Cass. Sez. Lav. 11 maggio 2016, n. 9680).
Quest’ultima, in
relazione ad un’impugnazione di licenziamento presentata da un collega Avvocato
del Lavoro avverso un licenziamento per giusta causa impartito ad una
lavoratrice rea di aver utilizzato in modo improprio ed a proprio vantaggio una
tessera fedeltà aziendale di un cliente, ha stabilito l’illegittimità del
recesso e la relativa reintegra della lavoratrice.
Ciò in base alla
non tempestività del licenziamento (effettuato a distanza di 4 mesi dai fatti
oggetto di causa), in quanto l’improprio utilizzo della tessera fedeltà era da
qualificare come comportamento di immediata conoscibilità da parte della
società datrice di lavoro.
Pertanto solo
rivolgendosi ad un esperto Avvocato del Lavoro, il lavoratore potrà valutare se
il demansionamento subito costituisca un vulnus così grave ed irreparabile alla
propria professionalità tale da legittimare il rifiuto immediato dello stesso a
svolgere la prestazione lavorativa, senza neppure attendere il relativo
accertamento giudiziario e senza veder correre il rischio di subire un
licenziamento.
PROCEDURA PER RECUPERO PEREQUAZIONE BLOCCATA
Ricordiamo a tutti coloro interessati che percepiscono una pensione di importo mensile lordo pari o superiore ad Euro 1.405,00 che è ancora possibile attivare la procedura volta al recupero della perequazione bloccata dal 2011!!!!
Le adesioni vengono accettate fino a fine mese (Settembre 2017), pertanto, affrettatevi a scrivere a: dirittissimo@gmail.com o a contattare il 328.2408154.
Importante indicare nella email:
-importo di pensione mensile lordo
-se dipendenti privati o statali
-comune di residenza.
Ricordiamo a tutti coloro interessati che percepiscono una pensione di importo mensile lordo pari o superiore ad Euro 1.405,00 che è ancora possibile attivare la procedura volta al recupero della perequazione bloccata dal 2011!!!!
Le adesioni vengono accettate fino a fine mese (Settembre 2017), pertanto, affrettatevi a scrivere a: dirittissimo@gmail.com o a contattare il 328.2408154.
Importante indicare nella email:
-importo di pensione mensile lordo
-se dipendenti privati o statali
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